Siamo tutti un misto di vita e di morte. Distruggiamo e ricreiamo. Alcune parti di noi, in noi, si spengono, mentre nuove ne nascono.
Da un punto di vista metaforico, il modo in cui vediamo, pensiamo e sentiamo si atrofizza continuamente ed emergono nuove norme per mezzo delle quali, ogni giorno, perdiamo e vinciamo,affondiamo e risaliamo, ci restringiamo e ci espandiamo.
Il conforto del vuoto, delineato e tradotto graficamente dall’autrice, viene a rappresentare un’interruzione nella narrazione grafica, disegnando uno stop inatteso della tensione provocata dalla lettura dell’immagine.
Attraverso il gioco del vuoto, dell’interruzione e della separazione, la forma astratta concorda con la forma figurativa in una sorta di sillepsi visiva in cui il vuoto struttura il senso.
La ricerca non indaga sulle concordanze di linguaggio; piuttosto racconta una coesistenza del medesimo pensiero, della medesima idea in un’opera apparentemente entropica e realmente alla ricerca della contingenza.
All we are a mixture of life and death. We destroy and recreate. Some parts of us, in us, extinguish themselves while new of them arise.
From a metaphoric point of view, the way in which we see, we think and we feel continually atrophy and new norms emerge, through which, every day, we lose and we win, we sink and we go up again, we restrict and expand ourselves.
The solace of the void, delineated and graphically translated by the author, is going to represent an interruption in the graphic telling, drawing an unexpected stoppage of the tension caused by the reading of the image.
Through the game of emptiness, of interruption and separation, the abstract form matches with the figurative one in a sort of visual syllepsis in which the void structures the sense.
The pursuit doesn't investigate on the agreements of language; it rather talks about a coexistence of the same thought, of the same idea in an seemingly entropical and really in the pursuit of contingency.